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L’Esperanto potrebbe tornare in auge?

June 8th, 2021

Creato da Ludwik Leizer Zamenhof verso la fine del XIX secolo, l'esperanto è attualmente l'esempio più riuscito di lingua artificiale. Teoricamente, se si fosse evoluta come Zamenhof sperava, oggi la professione del traduttore sarebbe obsoleta. Quindi, perché come lingua non ha funzionato? Potrebbe tornare in auge?


L'esperanto ha moltissime qualità positive e Zamenhof l'aveva creata perché potesse essere imparata facilmente: priva di irregolarità e dotata di un vocabolario minimo, era tra le 5 e le 15 volte più veloce da imparare rispetto alle altre lingue. Ideata per essere acquisita come seconda lingua, al fianco della lingua nazionale di un dato paese, non ne intaccava né la cultura né la lingua originale, bensì creava semplicemente un modo tramite il quale le persone di tutto il mondo avrebbero potuto comunicare tra loro.


Nonostante al principio avesse conquistato popolarità e fosse considerata tra le candidate per una lingua ufficiale della Società delle Nazioni, una varietà di diversi fattori portarono al declino della lingua sia in termini di uso sia di riconoscimento. Uno di questi è stato l'ascesa del nazionalismo nel XX secolo portò a bandire l'esperanto e, addiriturra, punirne l'uso in paesi come la Germania nazista, la Spagna franchista e la Russia di stalinista; l'altro fattore, è stato l'inglese, che registrava già milioni di parlanti e dal secondo dopoguerra divenne una lingua internazionale grazie al dominio economico e all'imperialismo statunitense, oltre che all'ascesa di Hollywood. Questi fattori, tra molti altri, hanno fatto sì che al giorno d'oggi le persone che parlano l'esperanto siano al massimo 2 milioni in totale. 


Ad ogni modo la sua popolarità sta crescendo ancora una volta, specialmente grazie a Duolingo. Dunque diventa lecito domandarsi: potrebbe davvero diventare la seconda lingua per tutto il mondo?


Probabilmente la risposta è no. Nonostante il concetto sia totalmente sensato e potrebbe portare a benefici per quanto riguarda la politica, l'economia, i viaggi e la comunicazione mondiale in generale, la realtà dei fatti è che per ora l'incentivo ad imparare l'esperanto è davvero ai minimi, se non in nome dell'amore per le lingue. Non c'è alcun paese né cultura legata a questa lingua, e il suo ristretto numero di parlanti ha creato una sorta di circolo vizioso in cui le persone credono che non ci siano parlanti sufficienti perché l'apprendimento sia proficuo, e di conseguenza optano per lingue più largamente parlate, come il cinese mandarino o l'inglese. E così via, si penserà che non valga la pensa impararla se la parlano in pochi e, quindi, continuerà sempre ad esserci un piccolo numero di parlanti.

Perché si realizzi veramente il sogno di Zamenhof, bisognerebbe prendere una decisione internazionale e unilaterale, per cui tutti i paesi si impegnano a insegnare l'esperanto come seconda lingua ai più giovani, nelle scuole.


by Beatrice Guzzi